Espressioni popolari o dialettali delle vostre parti

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Aleviolen
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Messaggio da Aleviolen »

Sul “com’è” per anni io sono rimasta interdetta e c’ho messo tanto ad abituarmi😂
Ma com’è cosa?🙈

“Alla fine della fiera” si usa ovunque credo sia italiano 😂
Oltrepassando...♥️
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Biankaneve
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Messaggio da Biankaneve »

Aleviolen ha scritto: 10 mar 2019, 23:42

“Alla fine della fiera” si usa ovunque credo sia italiano 😂
Ah sì?
Io vengo continuamente ripresa da colleghi di diverse regioni/città (milanesi, campani, siciliani...) perché lo utilizzo tantissimo e lo hanno sentito solo qui!
Se è diffuso in tutta Italia mi sento meno capra 😂
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Aleviolen
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Messaggio da Aleviolen »

È italiano 😂 io lo uso ed è un modo di dire che si usa ovunque..
Per il momento chiunque mi ha capita 😂😂
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M.Pia75
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Messaggio da M.Pia75 »

Il napoletano e il campano in generale è una fonte inesauribile di intercalari straordinari.

Il chitammuort da noi si dice chitemmù. Anche solo per salutare un amico. Ué, KTM! 😂😂😂 L'altro risponde kitestramù!

Un altro saluto moooolto colorito e Pesc au cul. L'altro risponde Caramell p'a toss, a te e sorta gross!
Oppure 'ndocul. Risposta: 'ndostracul.

Credo che non ci sia bisogno di traduzione. 😂

Alla fine della fiera non l'ho mai sentito. Ho imparato una cosa nuova. Almeno so cosa significa se dovessero chiedermelo.
Da noi è Che è? Oppure Che si dic?
La risposta è: Che le sarde si mangiano le alic e tutti quanti sono più felic!
Per dire che non c'è nessuna novità.

Tutto a posto? = Tuttappó?
Diciamo di sì = eh, nu poc alla banc e nu poc alla post e u rist ( il rimanente) ai giostr ( alle giostre. Essendo molto antico come detto, forse risale ai tempi in cui le giostre venivano una volta all'anno per la festa di Sant'Anna, che è la chiesa dei "terrazzani", coloro che, per tirare avanti, andavano per le campagne a raccogliere piante erbacee spontanee commestibili che poi avrebbero venduto in piazzetta. Non disdegnavano di derubare nelle grandi coltivazioni di ortaggi, ma roba di pochi chili, sempre per racimolare qualche soldo.
Se avanzava qualcosa, lo conservavano per le giostre.)
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bene
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Messaggio da bene »

"Alla fine della fiera" è un'espressione che ho sempre sentito ma che non ho mai utilizzato perchè dalle mie parti non si usa; non è presente nel mio lessico diciamo 🤣🤣🤣

Il "com'è" mi lascia perplesso invece... 🤔🤔
cioè non saprei cosa rispondere perché mi prende alla sprovvista... 😅😅
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Giadina
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Messaggio da Giadina »

Nu poc alla banc e nu poc alla post lo diceva mia Nonna 😂

Sulla fine della fiera concordo e uso a volte anche io.

Il com'è l'ho odiato per anni... E pure il ciao nè! Fortunatamente però non li sento più dire...

Ma perché invece LA una? Sono riuscita a disabituare la suocera e ora lo sento dire a MIA MADRE

O per dire se serve qualcosa mia suocera dice sempre "hai biszogno?" Che fastidio 😂
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bene
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Messaggio da bene »

Io non ho mai tollerato gli articoli davanti ai nomi 🤣🤣

Giù da me non si usano; invece parlando in dialetto si usa mettere uma vocale tipo "u Luca ha tittu" (Luca ha detto) o " l'Alessandra e sciuta" (Alessandra è andata) oppure "a Marzia mo vene" (Marzia adesso arriva)

Però sentire Il Marco o Il Luca o La Sara, mi urta 🤣🤣🤣
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marco del gaudio
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Messaggio da marco del gaudio »

Alla fine della fiera da me sarebbe " 'a finë 'i cùnt ", cioè alla fine conti, in buona sostanza
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Giadina
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Messaggio da Giadina »

bene ha scritto: 11 mar 2019, 14:37 Io non ho mai tollerato gli articoli davanti ai nomi 🤣🤣

Giù da me non si usano; invece parlando in dialetto si usa mettere uma vocale tipo "u Luca ha tittu" (Luca ha detto) o " l'Alessandra e sciuta" (Alessandra è andata) oppure "a Marzia mo vene" (Marzia adesso arriva)

Però sentire Il Marco o Il Luca o La Sara, mi urta 🤣🤣🤣

Si usa molto pure al nord, La Giada.... Con sta G sibilante.... No no no...
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M.Pia75
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Messaggio da M.Pia75 »

Mi ricollego al post nell'altro topic per cercare di spiegare a parole mie cosa intendo dire quando parlo della persona che si lamenta di tutto ciò che di brutto le è capitato, ma è solo perché le piace essere compatita.

La stragrande maggioranza delle volte esagera ed enfatizza le piccolezze.

Ci sono diversi modi per definirla.

Chiagnamalàt: colui che piange come se avesse dei dolori atroci.

Quello freca e shckama come la gatta: durante l'accoppiamento dei gatti, la femmina urla e strepita come se il maschio la stesse scannando invece le piace.
In ugual modo, colui che racconta le proprie disavventure piangendo, dentro di sé è contento di suscitare pietà in chi l'ascolta.

Sembra un monaco cercante: riferito ai frati che chiedevano l'elemosina. La "vittima" del destino avverso cerca compassione nel prossimo.

Può anche essere usato per quella gente che vuole una cosa gratis e che fa uso di tutta la sfacciataggine di cui è capace per ottenerlo senza spendere nulla.
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